Descrizione
Il suo territorio fu popolato fin dai tempi più remoti, come testimoniano i numerosi resti archeologici quali tombe di giganti e una trentina di nuraghi tra cui il nuraghe Lerno, sulle rive dell'omonimo lago, Sant'Elia, Sas Domos de sa Terra; numerosi i reperti riconducibili al periodo nuragico. Di epoca posteriore, ma altrettanto significativi, i resti degli insediamenti di Cugadu, Topoli, Bidducara e, nelle alture settentrionali, i resti del castello di Olomene, nelle cui vicinanze fu rinvenuto un ripostiglio di monete risalenti al Medioevo.
Nella vicina frazione di Bantine, unica sopravissuta all'accorpamento verso Pattada di tutti i villaggi della zona, si trova ancora un tratto di strada di epoca romana che collegava Castro (Oschiri) alla stazione romana di Aquae Lusitanae (Benetutti).
Il paese offre al visitatore scorci suggestivi con eleganti facciate dai ricercati elementi decorativi e infissi in legno intarsiato ancora ben conservati.
Da visitare le chiese di S. Giovanni, dello Spirito Santo, della Madonna del Rosario, nonché la parrocchiale di S. Sabina dove si può ammirare un altare ligneo che risale alla seconda metà del '700; di forma e tipologia tipica degli intagliatori e doratori del sassarese del XVIII sec., esso venne realizzato grazie a un lascito testamentario del 1753.
"Culla della poesia" è sempre stata considerata Pattada per l'importanza, la vivacità e la ricchezza della vena poetica dei suoi poeti tra cui spiccano Padre Luca Cubeddu, Pesuciu, Limbudu, Sini Ogana, Moro, annoverati tra i più importanti e famosi della letteratura in lingua sarda.